Da "TIME OUT" - Dave Brubeck Quartet -

Se qualche pacifico Marziano giungesse sulla Terra ed esaminasse la nostra musica, potrebbe ascoltare diecimila dischi di jazz prima di trovarne uno, che abbia in comune con gli altri, lo stesso tempo di 4/4.

Se si guarda, sotto altri aspetti, allo sviluppo del jazz, si può affermare che questa è sia una considerazione seria e sorprendente. I precursori del jazz di New Orleans, si liberarono dal vincolo imposto dal Si bemolle degli ottoni. Uomini come Coleman Hawkins, introdussero nel jazz un nuovo cromatismo. Bird, Diz e Monk ne ampliarono gli orizzonti armonici. Duke Ellington gli diede una struttura e un'ampia gamma di colori. Tuttavia, dal punto di vista ritmico, il jazz non ha fatto passi in avanti. Nato nelle strade durante le sfilate, e con le toccanti canzoni della Guerra Civile che ancora echeggiano negli Stati del Sud, la musica jazz rimase legata alla cadenza "destro-sinistro, destro-sinistro" del passo delle marce.

Dave Brubeck, già precursore in altri settori, è proprio il primo ad esplorare gli spazi sconosciuti dei tempi composti. In verità, alcuni musicisti prima di lui, come gli autorevoli Benny Carter e Max Roach, avevano sperimentato il tempo del Walzer nel jazz. Ma Dave è andato oltre, trovando ritmiche ancora più esotiche e lontane, e sovrapponendo ad un ritmo, un altro contrapposto.

Il risultato di questi esperimenti è questo album. Fondamentalmente esso mostra la fusione di quattro scuole: la rigorosità della Western music classica, la libertà dell'improvvisazione jazz, e le spesso complesse ritmiche della musica popolare africana. Brubeck, nel primo brano, utilizza anche ritmi della musica folk turca.

 

BLUE RONDO A LA TURK

Blue Rondo à la Turk, si immerge direttamente nella più vecchia partitura del tempo jazz, i 9/8, raggruppati, non nella formula convenzionale (3-3-3), ma in quella 2-2-2-3. Nel momento in cui il tempestoso inizio cede il passo ad un accento più tipicamente jazz, i 3/8 sono diventati l'equivalente di 1/4, e i tempi di 9/8 e 4/4 che si alternano, portano all'elegante assolo di Paul Desmond. Dave subentra con un passaggio preciso e pulito nel massiccio groviglio di accordi, che sono un aspetto consueto del suo stile, e di qui a poco Rondo à la Turk diventa un blues scalpitante e chiassoso. Più tardi la tensione cala intenzionalmente per dar di nuovo spazio a Paul e alle doppie battute di 9/4 e 4/4 che si alternano, e che annunciano il ritorno della strofa. L'intero pezzo è strutturato nella forma classica del rondo.

 

STRANGE MEADOW LARK

Strange Meadow Lark si apre con Brubeck che suona un rubato, sebbene vi siano armoniche superiori di 3 e 4 quinte, e il fraseggio sia di 10 battute. L'esecuzione di Dave, con l'eccellente presenza di Eugene Wright e di Joe Morello, è in ogni sua parte spontanea ed espressiva. Meadow Lark termina con un contributo dell'assorto e sognante sax di Paul Desmond.

 

TAKE FIVE

Take Five è un pezzo in 5/4 composto da Desmond, una delle più provocatorie partiture del tempo, sia per chi la esegue, che per chi la ascolta, che si possano trovare nel panorama musicale. Conscio di quanto facilmente l'ascoltatore possa perdersi in un tempo quintuplo, Dave esegue per tutto il brano un accompagnamento improvvisato, anche durante l'assolo di Joe Morello [batteria]. E' interessante notare come Morello gradualmente abbandoni l'inflessibilità dei 5/4, creando un intricato e spesso sorprendente contrattempo sulla ritmica del piano. E contrariamente a qualsiasi aspettativa - forse anche a quella di chi l'ha composto - Take Five viaggia veramente ad un ritmo sostenuto.

 

THREE TO GET READY

A primo acchito, Three to Get Ready pare essere una semplice melodia walzer in Do maggiore. Ma dopo poco inizia a vagare tra un 3/4 ed un 4/4, e lo schema si completa: due battute da 3/4, seguite da altre due da 4/4. E' uno schema metrico adatto a Dave Brubeck; qui il suo assolo è uno dei pezzi più impareggiabili.

 

KATHY'S WALTZ

Kathy's Waltz (dedicato alla piccola figlia di Dave) inizia in 4/4, e solo dopo erompe in un veloce ritmo walzer. Come nell'attualmente famosa Someday My Prince Will Come, Dave inizia con un tempo terzinato, quindi si porta su uno slow rock in 4/4. E' come se le terzine di Morello cessassero di essere la base portante, e divenissero terzine di uno slow blues in 4/4; tuttavia la linea di Wright [basso] di 1/4 fa sempre da collegamento tra piano e batteria. L'ascoltatore che riesce a seguire in questo brano l'incrocio di ritmiche, può congratularsi con sé stesso per essere entrato nello spirito del Brubeck Quartet, un gruppo in cui il senso del ritmo non ha certo limiti precostituiti. Sperimentazioni così complesse difficilmente possono essere seguite con il battito del piede.

 

EVERYBODY'S JUMPIN'

Everybody's Jumpin' si apre senza una forte, precisa armonia , ma con la vaga impronta di un tempo di 6/4 ed una ritmica marcata. Il breve assolo di Joe Morello, evidenzia la sua eccellente abilità nel saper introdurre con le tonalità percussive sfumature colorate .

 

PICK UP STICKS

Con Pick Up Sticks, gli iniziali accenni di 6/4 diventano più decisi. Molto spesso nelle ritmiche sperimentali di Brubeck, è la linea di basso che provvede a far sì che l'ascoltatore mantenga il contatto con il brano. Questa volta Eugene Wright utilizza uno schema di sei note: una passacaglia sulla quale costruisce l'intera struttura del ritmo di chiusura.

Il punto più alto di Pick Up Sticks si avvicina al termine, in un'esecuzione autorevole di pianoforte. Questo è lo splendore di Brubeck, emozionante come una band di ottoni, ma con quella pressante eccitazione per la scoperta, che non potrebbe mai essere colta dalla penna di un arrangiatore.

 

TIME OUT

Brevemente: Time Out è il primo esperimento di ritmiche che potrebbe essere considerato molto più di qualcosa che addita al futuro. Si è tentato di fare qualcosa di grande... e ci si è riusciti. E' la prima volta che qualcuno fa centro.

 

—Steve Race

 

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